22/02/2009 ALESSANDRIA - VARESE

 

Spettacolo al "Moccagatta"

Una delle partite più attese dell’anno. Va in scena oggi al “Moccagatta”, uno stadio splendido e pregno di storia - scelto come set, qualche anno fa, per una docu-fiction sul Grande Torino - la gara tra l’Alessandria, secondo in classifica, e la capolista Varese. Non bastasse ciò, una grande rivalità divide le due fazioni da lungo tempo; l’ultima volta, tre anni fa, che le due squadre si incontrarono, i dintorni dello stadio furono scenario di scontri furibondi con pesanti strascichi, per entrambe le curve, a livello giudiziario. Oltretutto, per il match odierno è prevista un’affluenza di spettatori davvero di tutto rispetto; i settori popolari sono esauriti, al botteghino si vendono solo i biglietti di tribuna. Lo spiegamento di FdO è davvero ingente; addirittura viene impiegato un elicottero che sorvola per tutto il pre-partita il cielo sopra lo stadio. Arrivo presto in città; parcheggio senza problemi fuori dal traffico, preferendo fare quattro passi in più, la tranquillità alla comodità. Davanti alla tribuna sono schierati agenti di polizia penitenziaria, all’ingresso della tribuna ci sono finanzieri, insomma ci sono tutti, non manca più nessuno… Entro in campo che manca poco meno di un’ora al fischio d’inizio e l’atmosfera è già elettrica. Qualche tifoso ospite è già arrivato con mezzi propri, mentre la Gradinata Nord è già piena, pronta a sostenere l’Orso Grigio in questa partita. Si intravvede già l’ossatura della coreografia che i sostenitori grigi hanno preparato con grandi sforzi; infatti tutti i presenti in Gradinata indossano una pettorina, a colorare la Nord come fosse una sciarpa, a bande nere-grige-bianche. Al centro, appena si palesano le squadre in campo, cala un telo enorme con un cuore rosso, sotto il quale viene srotolata la scritta “Unico grande amore”. Sopra il cuore, tre impavidi sbandieratori completano lo spettacolo; dal campo il colpo d’occhio è davvero notevole. La Gradinata, però, non è che il fiore all’occhiello dello stadio, che partecipa, tribuna in testa, al sostegno della squadra. A proposito: molto raramente m’è capito di trovarmi alle spalle una tribuna, in special modo il parterre, così calda e focosa come oggi al “Moccagatta”. Un parterre assolutamente “politicamente scorretto”, ruvido, che addirittura insegue Sannino sputando e insultandolo, mentre il mister varesino raggiunge lo spicchio lato-curva ospiti che s’è ritagliato per seguire l’incontro (dal momento che è squalificato). Mentre le squadre si schierano in campo e si apprestano ad osservare il minuto di silenzio in memoria di Candido Cannavò (storico direttore della “Gazzetta dello Sport” mancato nella notte) gli ultras varesini fanno il loro ingresso all’interno dello stadio. Non accorgendosi del minuto di silenzio e vogliosi di recuperare il tempo perduto, intonano subito cori a sostegno del Varese, accolti da un boato di fischi degli spettatori indignati per la violazione del momento, in qualche modo, sacro. Gli ospiti si presentano in almeno 250 unità; si dividono, però, all’interno del settore, dal momento che i Blood Honour si posizionano sulla balconata, al centro della curva, mentre il gruppo più cospicuo, tra cui noto parecchie sciarpe dei gloriosi Boys Va, si posiziona nella parte bassa lato-tribuna. Il primo coro è per mister Sannino, vero e proprio idolo dei tifosi biancorossi; a seguire, un inno cantato con passione da tutti gli ospiti, la loro dichiarazione politica d’intenti. Una grande prova, quella degli ospiti; l’unico neo: in alcuni momenti, i due gruppi cantano cori diversi. Numerosissimi i cori offensivi da entrambe le parti; gli ultras del Varese insistono spesso in cori di marcata connotazione politica, rimarcata anche dalla presenza di numerosi tricolori specie al centro; da parte grigia, cori potenti a sostegno dell’Orso; la Gradinata piena non si tira indietro, anche chi presenzia solo nelle gare di cartello è coinvolto dal clima di tutto il settore e canta a squarciagola. La gara in avvio è molto contratta, anche a causa dell’importanza della posta in palio; però l’Alessandria è più propositiva, col Varese che attende l’avversario nella propria metà campo. Quando i Grigi iniziano ad impadronirsi sempre più del campo, trovano anche il gol del vantaggio: Mateos riceve palla al limite dell’area, con una finta disorienta due avversari e lascia partire un tiro beffardo che, forse deviato da qualche difensore, si infila alla destra del non incolpevole Moreau, che non accenna nemmeno a tuffarsi. La rete fa letteralmente impazzire lo stadio, che esplode di gioia e abbraccia idealmente i propri beniamini sul terreno di gioco, 1-0. L’Alessandria non sembra pago del vantaggio, e spinge per chiudere la partita già nel primo tempo per approfittare del normale sbandamento degli ospiti dopo aver subito lo svantaggio; i Grigi però non trovano altri varchi, il Varese si difende bene e le due squadre vanno negli spogliatoi coi padroni di casa in vantaggio di una rete. Nell’intervallo gli altoparlanti diffondono la notizia dello svantaggio del Rodengo Saiano, fatto che proietta l’Alessandria in testa solitaria al girone “A” di Seconda Divisione. Quindi, se ce ne fosse bisogno, un altro motivo di pressione sulla spalle dei locali Dal punto di vista del tifo, il primo tempo ha visto una grande prestazione della Nord, culminata con una fittissima sciarpata che ha trasformato la Gradinata in una muraglia grigio-nera; gli ospiti anch’essi si cimentano in una sciarpata, seguita dal continuo sventolio di bandiere e dall’esposizione di uno striscione a firma “7Laghi” in memoria di un loro amico: “Il tuo ricordo vivrà sempre in noi. Ciao Luca”. Nella ripresa, il Varese entra in campo con il chiaro intento di raddrizzare il risultato  l’Alessandria, a mio parere, agevola il compito degli ospiti chiudendosi a difesa della rete di vantaggio e puntando sui contropiede che inevitabilmente il Varese, sbilanciato all’attacco, dovrà concedere. Gli ospiti, però, si presentano compatti in campo e schiacciano i Grigi nella loro area, seppur tra mille imprecisioni. La gara si fa nervosa, sono molti gli ammoniti e i momenti di tensione in campo; quando mancano meno di dieci minuti alla fine, il Varese a seguito di un’azione insistita di stampo rugbystico, Crocetti trova in mischia il tocco giusto per infilare Servili da pochi passi e regalare il meritato pareggio ai biancorossi, proprio sotto al settore ospiti. Scene di grande gioia, tutta la panchina corre ad abbracciare l’attaccante che, con il suo guizzo, riconsegna la testa della classifica ai varesini. Scambi di vedute, diciamo così, tra il settore ospiti e il parterre; la gara riprende ma il risultato non cambierà più. Al fischio finale, qualche momento di tensione tra il mister grigio Foschi e il portiere ospite Moreau; è grande la delusione in casa grigia, perché tutti nella tana dell’Orso si aspettavano di fare la festa ai biancorossi e di celebrare la vetta della classifica; i giocatori lasciano il terreno di gioco a testa bassa ma tra gli applausi dello stadio. I varesini, invece, corrono a festeggiare coi propri tifosi prima di lasciare, tra i ruggiti del solito parterre, il campo con in tasca un punto dal grande peso specifico, perché lascia invariate le posizioni in vetta ma con una gara in meno da disputare.

Fonte: SportPeople.Net - Matteo Mangiarotti.